martedì 12 febbraio 2008

Il Papini sconsigliabile (ma pur sempre Papini)


Quella dei libri di Giovanni Papini non è sempre stata, quando ancora ai parroci si chiedevano indicazioni al riguardo, una lettura raccomandata. Anzi c’è stato un tempo in cui essa era comprensibilmente sconsigliata nelle sagrestie. Era il tempo dei libri del Papini preconversione, ancora lontano dalla sua memorabile e decisamente raccomandabile Storia di Cristo: scribacchino molto dotato, ma vagamente indemoniato che dava alle stampe pamphlet blasfemi come  Le memorie d'Iddio
In questo libretto di 81 pagine, scritto come se Dio parlasse in prima persona, Papini riprese le vecchie argomentazioni ateiste ("se Dio esistesse non permetterebbe il male", "Dio l'hanno inventato gli uomini", etc etc.) portandole allo stremo: Dio che, pentito della creazione, supplica gli uomini di cessare di credere in Lui così da scomparire per sempre. 
A pentirsi fu, invece, lo stesso Papini che, in punto di morte, pregò la figlia di bruciare tutte le copie ancora reperibili del libello. Piangeva al solo pensiero di esserne il responsabile.
Alla fede, come si suol dire, c'era arrivato per contrarietà.