venerdì 30 maggio 2008

Mai senza l'Altro



Lettera della Commissione Giustizia e Pace degli Istituti Missionari Italiani su alcuni giudizi sui Migranti nel contesto attuale

Siamo Missionari/e, cioè Migranti.
Abbiamo passato buona parte delle nostra vita altrove, da Stranieri.
Come tali ci siamo sentiti accolti, amati e convissuto esperienze esaltanti di incontro, scambio e arricchimento. Nei giorni della guerra alcuni/e di noi sono stati protetti e salvati dalla gente. Conosciamo per esperienza la debolezza di trovarsi in un Paese straniero. Quegli anni e quei volti e quelle speranze ci hanno resi più attenti e vulnerabili, ci hanno aperto gi occhi sulla realtà del nostro mondo: ci hanno trasformato!

Come Missionari/e siamo profondamente feriti da quanto sta accadendo nella nostra terra, rispetto ai Migranti. Ci preoccupa il virus che gradualmente sta infettando non solo parte della nostra società ma anche porzioni delle nostre stesse comunità! Un virus che spinge a considerare Immigrati, Rom, Senza Documenti, come gente che ruba, violenta, diventa il nemico che minaccia la nostra sicurezza.

Come Missionari/e siamo profondamente indignati perché persuasi che ogni attentato perpetrato alla dignità della persona si afferma come radicale negazione di un comune progetto di umanità che insieme abbiamo la responsabilità di costruire.
La criminalizzazione dei Migranti e il conseguente tentativo di farne il capro espiatorio di una crisi sociale che ha ben altre radici, ci amareggia e ci spinge a dissentire dallo spirito che sembra prevalere nella società.
Ci sembra di riconoscere lo stesso virus che ha coinvolto, attraverso il crescente ricorso alla violenza, la logica della competizione e la manipolazione mediatico-politica, il nostro tessuto sociale, minandone le difese civili.
Ci preoccupa il rinnegamento dei valori portanti di una Costituzione in cui, come cittadini, ci sentiamo di identificarci e che, seppur faticosamente, ha offerto negli anni spunti e prospettive di solidarietà e civile convivenza.

Come discepoli di Cristo, infine, rimaniamo perplessi quando notiamo che episodi di intolleranza, giustizia sommaria, discriminazione ed esclusione abbiano potuto trovare terreno fertile anche in varie comunità cristiane.
Ci getta una luce particolarmente inquietante sul tipo di Vangelo e di evangelizzazione che in tutti questi anni la nostra Chiesa, cui apparteniamo e di cui siamo espressione, ha condotto.
Siamo infatti persuasi che il virus di cui sopra si contrasta anche attraverso la nostra predicazione, l’accoglienza evangelica e la testimonianza quotidiana di ospitalità.
Teniamo a esprimere solidarietà e vicinanza ai nostri fratelli e sorelle Migranti assicurando loro che non saranno mai soli in questo viaggio di speranza comune.
Invitiamo le nostre comunità e quanti/e hanno a cuore la dignità della persona, a contrastare la logica violenta dell’esclusione e della criminalizzazione dei Migranti.
Mettiamoci insieme per continuare a creare spazi di ospitalità e di dialogo, che soli assicureranno il germoglio di un futuro più umano per tutti.
Mai senza l’altro!